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500 anni di Cosimo I de’ Medici: visita al Complesso di San Lorenzo

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mercoledì 19 Giugno 2019

Visitate con noi il Chiostro, l’archivio capitolare, la Biblioteca Laurenziana, la Sagrestia Vecchia e la Sagrestia Nuova. Uno sguardo d’insieme ai capolavori di Brunelleschi, Michelangelo, Vasari e non solo, sulle tracce della famiglia Medici

Continuano le iniziative per ricordare i 500 anni dalla nascita di Cosimo I e Caterina de’ Medici, promosse e coordinate dall’apposito comitato. Il 12 giugno sera, data emblematica, considerano che Cosimo I è nato proprio 500 anni prima, il 12 giugno 1519, 400 persone, in gruppi di 30, hanno potuto visitare sotto la guida di esperti e storici dell’arte in successione Chiostro, Archivio capitolare, Biblioteca, passaggio dalla Basilica e Sacrestie Vecchia e Nuova, avendo per la prima volta una visione d’insieme dell’intero complesso nella sua unitarietà. 

Vediamo insieme le tappe di questo viaggio nella storia della famiglia emblema della Firenze rinascimentale. Per ciò che riguarda l’Archivio Capitolare parliamo di oltre 1.300 anni di scritture, preziosi carteggi e materiali di grande valore storico e documentario. Pezzi di valore inestimabile, come i carteggi tra la famiglia Medici e i priori della Basilica, numerose composizioni originali di musica sacra scritte da musicisti che lavorarono in Basilica e molti altri tesori come l’atto di morte di Lisa di Antonmaria Gherardini, detta anche Lisa del Giocondo, per matrimonio, e conosciuta universalmente come Monna Lisa o la Gioconda. 

La Biblioteca Laurenziana riflette alcuni dei momenti più importanti della storia, dalla nascita alla maturità, del Rinascimento fiorentino. Progettata e in parte realizzata da Michelangelo e con interventi del Vasari, nel suo interno L’Umanesimo è testimoniato, infatti, dalle presenze, in qualità di autori, copisti e possessori di codici, di Coluccio Salutati, Poggio Bracciolini, Niccolò Niccoli, Marsilio Ficino e Pico della Mirandola.

La Sagrestia Vecchia, nella basilica, è uno dei capolavori di Filippo Brunelleschi e dell’architettura del primo Rinascimento in generale. L’opera, che è l’unica che il grande architetto abbia curato fino al termine dei lavori, è stata ritenuta il paradigma di purezza geometrica ed eleganza lineare del suo percorso di architetto, che contiene elementi sviluppati in seguito, come la pianta nella Cappella dei Pazzi o le tribune morte del Duomo di Firenze.

Si passa poi alla Sagrestia Nuova, il celeberrimo ambiente che Michelangelo Buonarroti progettò nel 1519 su incarico di papa Leone X e per tramite del cardinale Giulio de’ Medici: l’ambiente, speculare alla Sagrestia Vecchia di Filippo Brunelleschi, di cui ha lo stesso impianto e le stesse dimensioni anche se articolate diversamente, si trova nella Basilica di San Lorenzo e fu concepito dal grande scultore toscano per avere un’illuminazione funzionale a dare risalto a tutto l’impianto. La Sagrestia Nuova, lasciata incompiuta nel 1534, fu poi ripresa nel 1556 (quando Michelangelo si era ormai trasferito a Roma) da Giorgio Vasari che portò a termine il progetto di allestimento e sistemò le tombe di Lorenzo il Magnifico e di suo fratello Giuliano de’ Medici nel sarcofago dove sopra avrebbe posto la Madonna di Michelangelo e i santi Cosma e Damiano: le altre tombe, quella di Lorenzo duca d’Urbino e Giuliano duca di Nemours, omonimi dei magnifici e rispettivamente fratello e nipote di Leone X, erano state sistemate da Michelangelo.

Una visione d’insieme insomma, di alcune componenti del complesso monumentale di San Lorenzo, ennesimo tesoro del capoluogo toscano e della incommesurabile influenza della Famiglia Medici sullo sviluppo della cultura dell’epoca, in Toscana e non solo.
Cesare Martignon

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