Città metropolitana, comuni, Rufina

Campi Bisenzio, il modello di sviluppo e la battitura dell’oro

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venerdì 13 Agosto 2021

Rufina, uno dei Comuni della Città Metropolitana inseriti nel circuito delle città del vino, lavora a due progetti ambiziosi: riqualificare il centro storico e creare una zona industriale a impatto zero.

Abitata sin dall’epoca degli etruschi, incastonata tra i vigneti, fattorie e castelli che dominano le colline, Rufina è uno dei Comuni della Città Metropolitana inseriti nel circuito delle città del vino italiane. Già nel 1716 Cosimo III dei Medici la nominò ufficialmente come una delle quattro zone toscane che producono vini pregiati, anche se l’economia di questo territorio è caratterizzata pure da olio e cereali. Il bacco artigiano, ovvero l’offerta del vino alla Signoria Fiorentina, è da sempre la festa che chiude la vendemmia e quest’anno, dopo la pandemia, sarà l’occasione per rilanciare il marchio Chianti Rufina. Nel frattempo il Comune lavora a due obiettivi ambiziosi. Lanciare un percorso partecipato coi cittadini per riqualificare il centro storico che a valle si incastra con la strada statale 67 e, soprattutto, creare un vera e propria comunità energetica nella zona industriale. Un progetto ambizioso e totalmente green, che la Regione ha già preso come modello da allargare a tutta la Toscana.

Il vino, come detto, è il fiore all’occhiello di questo territorio, e non a caso le aziende agricole della zona hanno pronta una speciale degustazione da organizzare a Villa Poggioreale, simbolo del Comune, come nuovo inizio dopo mesi difficili. Nella zona industriale però c’è anche chi ha scelto Rufina per produrre pasta fatta a mano, con ricette antiche e sapori tradizionali.

Leonardo Bardazzi

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