Ciclovia dell’Arno, Superciclabile e Hub di scambio i prossimi step verso una mobilità sostenibile
Proseguono gli interventi e le proposte alla cittadinanza per abbandonare il trasporto privato a motore a favore di una mobilità più sostenibile. Oltre al miglioramento del sistema ciclabile, fondamentale sarà il potenziamento del Tpl e in particolare l’estensione di quello tranviario.
Lo sviluppo di un territorio passa anche e soprattutto da un buon livello e dal costante miglioramento della qualità di vita per i cittadini. In questo senso la mobilità, e in particolare quella sostenibile, è un settore centrale, occupando un ruolo fondamentale all’interno del Piano Strategico 2030 approntato dalla Città Metropolitana di Firenze, il quale si intreccia inevitabilmente con il Piano Urbano per la Mobilità Sostenibile, approvato dal consiglio metropolitano lo scorso aprile.
Uno dei punti d’incontro e integrazione principale dei due piani è ovviamente quello riguardante la mobilità ciclabile e quindi la realizzazione di un sistema metropolitano di ciclovie o ciclopiste che possano consentire ai cittadini di muoversi liberamente e agevolmente in bici evitando l’utilizzo di veicoli a motore privati, con un impatto notevole sulle emissioni. Percorsi quelli delle ciclabili che in molti casi non solo hanno il pregio di facilitare gli spostamenti quotidiani, ma posseggono anche una vocazione paesaggistica e quindi ricreativa.
È il caso della Ciclovia dell’Arno, un piano regionale nato con l’intento di unire fra loro tratti di piste ciclabili già esistenti, seguendo di fatto il percorso del fiume dal Monte Falterona fino al Tirreno e coinvolgendo di conseguenza anche i 17 comuni della MetroCittà toccati dall’Arno stesso. Un progetto in continua evoluzione all’interno del quale la MetroCittà ha posto le basi per un tassello fondamentale dell’opera, approvando lo scorso anno la realizzazione della tratta Firenze-Rosano che attraversa i comuni di Fiesole, Firenze, Pontassieve, Rignano sull’Arno e Bagno a Ripoli, quest’ultimo soggetto attuatore della progettazione definitiva. La Città Metropolitana da par suo finanzierà la progettazione esecutiva (con circa 200.000 euro) e cofinanzierà la realizzazione per un costo pari a circa 4 milioni di euro. Un’opera importante come spiega Francesco Casini consigliere metropolitano delegato alla Mobilità e al Tpl.
Lo sviluppo della mobilità ciclabile però non passa solo dall’Arno, ma anche dai collegamenti verso il resto della Piana, uno dei bacini più trafficati della Toscana e non solo. Da qui è nata l’idea della superciclabile Firenze-Prato: 12 km che da via Perfetti Ricasoli attraverso viale XI agosto condurranno al polo scientifico nel Comune di Sesto Fiorentino per proseguire verso Campi Bisenzio e arrivare a Prato per un investimento di circa 38 milioni di euro.
Il sistema ciclabile non può però prescindere dal Trasporto pubblico locale e metropolitano, soprattutto in determinati periodi dell’anno in cui, complice anche il maltempo, può divenire complicato spostarsi in bici. Ecco che diventa essenziale la realizzazione dei cosiddetti Hub, ovvero snodi di scambio intermodale della mobilità metropolitana, dove convergono più infrastrutture trasportistiche e che all’interno, in relazione agli spazi disponibili, possono contenere aree di sosta per veicoli privati, colonnine di ricarica per quelli elettrici, servizi a supporto dell’utenza (come biglietterie e punti informazioni), attività complementari di tipo commerciale, servizi di bike e car sharing e chiaramente ciclostazioni. Attualmente, il Ministero dei Trasporti ha stanziato a favore della Città Metropolitana 1 milione e 268 mila euro per la progettazione di fattibilità tecnica ed economica di interventi prioritari previsti dal Pums, ed è stata candidata la progettazione immediata di quattro hub a Bagno a Ripoli, Pratignone nel comune di Calenzano, Incisa e Figline Valdarno e Montelupo Fiorentino: progettazione che avrà un costo complessivo di 192 mila euro. A questi quattro hub, inoltre, se ne aggiungerà un ulteriore nel comune di Pontassieve.
A questo proposito, si rende più che necessario il potenziamento del Trasporto pubblico locale non solo attraverso gli investimenti e l’aumento quindi di mezzi pubblici urbani ed extraurbani e relative tratte (come le due linee di Bus Rapid Transit ‘Greve-Rovezzano’ e ‘Osmannoro (Guidoni)-Poggibonsi’) e la realizzazione di un servizio ferroviario metropolitano sul modello delle S-Bahn tedesche, ma anche e soprattutto attraverso l’estensione del sistema tranviario verso Campi Bisenzio, Prato e Bagno a Ripoli.
Certo bisognerà convincere i cittadini ad abbandonare la propria auto o comunque il trasporto privato a motore, ma del resto è questo lo scopo del Mobility Manager, figura resa di recente obbligatoria dal Decreto Sostegni bis, che nelle aziende con più di 100 dipendenti e negli istituti scolastici superiori ha il compito di mantenere i collegamenti con le strutture comunali e le aziende di trasporto pubblico locale per promuovere iniziative di mobilità di area, monitorare gli effetti delle misure adottate e coordinare i cosiddetti Piani di spostamento casa-lavoro (PSCL), incentivando ovviamente la mobilità sostenibile. Il Mobility Managment è stato adottato in via sperimentale anche dalla MetroCittà, che ha redatto la scorsa estate un avviso pubblico (in scadenza il 30 settembre) rivolto alle aziende del territorio per supportarle in questo passaggio, attraverso la fornitura gratuita di un software per la redazione proprio dei PSCL.
Andrea Biagioni
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