Dentro la spirale della memoria, guidati da Primo Levi
Un percorso a ritroso nella spirale della memoria. Un vortice che attraversa le 23 tele ispirate alle parole dello scrittore Primo Levi, tra gli artefici di quest’opera d’arte multimediale, che conduce i visitatori e le visitatrici in un viaggio nella memoria di un passato che non bisogna dimenticare. “Fa che il frutto orrendo dell’odio, non dia nuovo seme, né domani né mai”, come si legge sulla targa all’ingresso dell’opera, scritta da Primo Levi. Il memoriale era stato allestito ad Auschwitz nel 1979, inaugurato nella primavera successiva. Dopo una lunga chiusura al pubblico, 40 anni dopo viene presentato a Firenze, aprendo le porte nel giorno che ricorda la fine della seconda guerra mondiale, l’8 maggio. All’inaugurazione hanno partecipato il presidente dell’associazione nazionale ex deportati nei campi nazisti (ANED), Dario Venegoni, il Sindaco, il Vicepresidente della Regione Toscana e le entità che hanno curato la rinascita dell’opera come l’Opificio delle Pietre Dure. Ugo Caffaz della comunità ebraica di Firenze, vicino a Primo Levi e ideatore dei treni della memoria, ha curato l’arrivo del Memoriale a Firenze.
In occasione della presentazione del Memoriale è stata inaugurata anche una mostra prodotta da Aned, dal titolo “Un filo ininterrotto. La memoria della deportazione e il Memoriale di Auschwitz”. Un percorso a ritroso lungo la storia della deportazione in Italia, attraverso i decenni: dalla marcia su Roma nel 1922, fino alla liberazione, passando per i momenti più oscuri della nostra storia come le leggi razziali del 1938. Nell’esposizione viene distribuito un pieghevole, contrassegnato da un numero di matricola, che riproduce alcuni dei testi presentati all’inaugurazione dell’opera nel blocco 21 di Auschwitz. Per assistere alla celebrazione sono venuti gruppi da diverse parti d’Italia, alcuni di loro erano presenti anche alla prima inaugurazione del memoriale ad Auschwitz, come Silvana Fabello di Aned, nipote di un deportato ucciso nel campo di Mauthausen.
Per assistere alla celebrazione sono venuti gruppi da diverse parti d’Italia, alcuni di loro erano presenti anche alla prima inaugurazione del memoriale ad Auschwitz, come Silvana Fabello di Aned, nipote di un deportato ucciso nel campo di Mauthausen.
Monica Pelliccia
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lunedì 20 Luglio 2020