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Duomo Firenze, al via il restauro dei condottieri di Paolo Uccello e Andrea del Castagno

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sabato 4 Giugno 2022

Al via il restauro di due capolavori della storia dell’arte: i magnifici e imponenti affreschi dei condottieri Giovanni Acuto e Niccolò da Tolentino nel Duomo di Firenze, realizzati dai grandi artisti rinascimentali Paolo Uccello e Andrea del Castagno.

Il restauro commissionato e diretto dall’Opera di Santa Maria del Fiore – sotto la tutela della Soprintendenza ABAP per la città metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato – è reso possibile grazie al finanziamento dell’American Express. L’intervento è stato affidato dall’Opera alla restauratrice Daniela Dini che già nel 2000 si era occupata delle due opere.

Entrambi i monumenti si trovano nella parete della navata sinistra della Cattedrale, dove li vediamo oggi ad un’altezza inferiore da quella originale, come si può vedere in un’incisione anteriore allo stacco del 1842 e nella quale si nota come il bordo superiore fosse all’altezza dei capitelli delle colonne. Di dimensioni quasi uguali, apparentemente simili sono in realtà profondamente diversi. Dei due monumenti solo quello dell’Acuto è firmato, ed è la prima volta che Paolo Uccello firma una sua opera, in un gesto di orgogliosa rivendicazione.

Il restauro odierno ha un carattere preventivo e conservativo, un approccio oggi ritenuto centrale nella disciplina del restauro: si interviene sulle opere d’arte quando mostrano i primi sintomi di degrado, come in questo caso, per evitare l’aggravarsi dei danni e dover poi effettuare degli interventi invasivi e costosi. I due affreschi sono in uno stato di conser¬vazione abbastanza buono, ma essendo trascorsi venti anni dal loro ultimo restauro, la superficie pittorica è offuscata da una patina scura uniforme causata dell’accumulo di particellato acido prodotto dall’inquinamento e da polvere inerte depositata nel corso del tempo.

L’intervento prevede una spolveratura con pennelli morbidi su tutta la superficie pittorica per eliminare la polvere più superficiale, mentre quella più profonda sarà rimossa grazie a una leggera pulitura a tampone con ovatta di cotone idrofilo e acqua deionizzata con interposta carta giapponese, cercando al tempo stesso di mantenere il più possibile il ritocco pittorico precedente che è stato di grande entità. Infine un ritocco pittorico da effettuarsi a velature tonali nelle lacune che si sono verificate con la leggera pulitura, tramite l’impiego di pigmenti naturali (vegetali e/o minerali) legati da caseinato di ammonio.
(a.f.)

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