Leonardo 2019, a Vinci arriva anche il Presidente della Repubblica
Fino al 15 ottobre l’esposizione “Leonardo a Vinci. Alle origini del Genio”. In mostra il “Paesaggio” di Leonardo, noto anche come “Paesaggio 8P”, datato 5 agosto 1473
Ci troviamo a Vinci, il borgo universalmente noto per aver dato i natali al Genio assoluto. Leonardo è nato qui il 15 aprile del 1472. E proprio oggi, 15 aprile, Vinci accoglie il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella per l’inaugurazione della mostra “Leonardo a Vinci. Alle origini del Genio”, organizzata in occasione del Cinquecentenario della morte di Leonardo, evento di rilevanza nazionale e internazionale.
La visita di Mattarella arriva a distanza di 67 anni dalla prima visita di un presidente della Repubblica alle porte di Firenze: a Vinci venne nel ‘52 Luigi Einaudi, per partecipare, in quel caso, alle Celebrazioni del quinto centenario della nascita di Leonardo. Ma torniamo all’oggi: con la visita di Mattarella prende ufficialmente il via l’esposizione del “Paesaggio”, originale di Leonardo datato 5 agosto 1473, noto anche come “Paesaggio 8P” e giunto a Vinci dagli Uffizi. La mostra resta aperta fino al 15 ottobre. In mostra anche numerosi documenti di epoca medievale e rinascimentale che ricostruiscono il periodo trascorso da Leonardo a Vinci, il luogo che rappresentò la principale fonte d’ispirazione tanto per le sue opere artistiche, quanto per le sue ricerche scientifiche. In preparazione della mostra, tra l’altro, il Paesaggio è stato analizzato da un team di ricercatori coordinati dall’Opificio delle Pietre Dure di Firenze, che ha certificato l’ambidestria di Leonardo e ha ipotizzato nuove teorie sulla sua tecnica compositiva. Raffigura una veduta dell’Arno che scorre tra due promontori e presenta anche due iscrizioni a mano. La prima, sul fronte, scritta da destra verso sinistra, recita: “Dì di s]an]ta Maria della neve / addj 5 daghossto 1473”. La seconda, sul retro, scritta normalmente da sinistra a destra, recita “Io, Morando d’Antoni, sono chontento”. L’originale del “Paesaggio” resta in mostra nel Castello dei Conti Guidi, sede del Museo Leonardiano, fino al 15 ottobre. Nella stessa sala si può sperimentare “InSight Leonardo”, la riproduzione digitale messa a punto dai ricercatori dell’Università di Bologna: due grandi monitor touchscreen ad alta definizione che consentono di vedere in successione recto e verso del disegno, di zoomare fino a una risoluzione del centesimo di millimetro e di esplorare l’opera da ogni punto di vista.
Agnese Fedeli
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Pubblichiamo il contributo di Mariangela Giusti, docente Università di Milano Bicocca dedicato a “Leonardo bambino e ragazzo. Diventare grandi: l’infanzia del Genio”
Mariangela Giusti
Nel 2019 si celebrano in tutto il mondo i 500 anni dalla morte del grande genio del Rinascimento italiano Leonardo da Vinci. Convegni, mostre, installazioni ed eventi sono stati progettati e realizzati per ricordare questo protagonista dell’arte e della scienza.
La vicenda dell’infanzia di Leonardo è interessante perché ci fa riflettere sul mistero di diventare grandi. E, nel suo caso, anche sul mistero di diventare un Genio. Com’era la sua infanzia? Perché ci può ancora interessare?
Leonardo era figlio di Ser Piero (appartenente a una famiglia di notai fiorentini che avevano possedimenti a Vinci, nel contado). e di una giovanissima ragazza (Caterina) che era stata comprata a Venezia come schiava da un ricco signore amico di Piero. Secondo le ultime ricerche sembra che Caterina sia stata cinese. Ser Piero s’innamorò subito di questa ragazzina bellissima e il 15 aprile 1452 nacque un bambino dalla bellezza insolita, Leonardo appunto, figlio illegittimo di un esponente della famiglia dei da Vinci.
Il notaio Ser Antonio (il nonno) volle che il bambino andasse a vivere nella sua casa; gli insegnò a scrivere (cosa rara al tempo, in un paese di campagna come Vinci), gli mise a disposizione la sua libreria dove c’erano libri di legge ma non solo .
Leonardo imparò a scrivere (con la mano sinistra) e poi mostrò subito una grande abilità nel disegno. Disegnava dappertutto : su pezzi di legno, sulla sabbia, sulla creta.
Fu lo zio Francesco ad accorgersi di questa sua abilità fuori dal comune e prese l’abitudine di mettergli a disposizione molti fogli di carta (un materiale raro, al tempo).. . Francesco cominciò anche a portare con sé in giro per le colline intorno a Vinci,. questo ragazzino dall’intelligenza vivacissima. Insieme visitavano le chiese dove scoprivano piccoli e grandi dipinti sacri, immagini in terracotta e affreschi; insieme entravano nelle botteghe degli artigiani, dei vasai, dei fabbri. Viaggiando a cavallo si soffermavano a osservare i mulini che trovavano per strada, con le loro grandi ruote e la forza dell’acqua che consentiva di macinare il grano e di frangere le olive.
Lo zio Francesco mostrò al fratello i disegni fatti da Leonardo . Ser Piero, che pure era stato un padre quasi inesistente, quando Leonardo ebbe quindici anni decise di portarlo con sé a Firenze, gli fece frequentare la scuola dell’Abaco (dove insegnavano musica. geometria, grammatica) e poi lo condusse alla bottega di Andrea Verrocchio, il grande artista che realizzava affreschi per le chiese, progetti di palazzi, statue di bronzo, gioielli. .
Sarebbe un po’ come se oggi un ragazzo di quindici/sedici anni particolarmente bravo a disegnare avesse la possibilità di andare a imparare direttamente dal grande architetto Renzo Piano o dal grande stilista Giorgio Armani.
Leonardo fu accettato a bottega e, come tutti gli altri allievi, iniziò macinando pietre e miscelando i colori. Ma ben presto le sue capacità insolite furono evidenti e gradatamente iniziò la sua carriera.
Leonardo possedeva un talento innato, certo. Ma quel talento fu coltivato dagli adulti: il nonno, lo zio, il padre; poi quel talento fu affinato e fatto crescere da un Maestro (Verrocchio). Ma soprattutto il suo talento fu coltivato da lui stesso, fu nutrito costantemente dall’osservazione della natura, dall’esercizio, dalla curiosità, dalla riflessione. Tutte attività validissime ancora oggi, per qualunque adolescente. ,