Liberazione, la memoria e i sacrifici in Val di Pesa
Il sindaco di San Casciano, Roberto Ciappi, ha parlato dell’importanza di non dimenticare davanti al cippo che ricorda i martiri di Fabbrica.
Il 24 luglio 1944 a Fabbrica furono fucilati due civili, Brunetto Bartalesi e Giuseppe Vermigli, ed un renitente alla leva, Bruno Viviani. Un altro civile, Carlo Viviani, rimase gravemente ferito e, fingendosi morto, riuscì ad ingannare i suoi carnefici. Morì quattro anni dopo a seguito di una malattia che, fu accertato, si sviluppò in conseguenza della fucilazione. Questi quattro martiri furono accusati di essere partigiani.
Il giorno prima, invece, ci fu la strage di Pratale dove furono mitragliati 12 civili: Angelo, Attilio ed Oreste Cresti, Bruno, Giuseppe, Livio, Serafino, Marcello ed Omero Gori, Carlo e Giuliano Lotti e Giovanni Raspollini. Quest’ultimo tentò la fuga gettandosi nella vegetazione, ma fu freddato dai soldati tedeschi. Con ogni probabilità a compiere le due stragi furono gli stessi militari.
Queste, però, non sono le uniche testimonianze del passaggio del fronte.
Marco Gargini
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