San Piero a Sieve Scarperia

Museo di Vita Artigiana e Contadina di Leprino, il museo nel comune di Scarperia e San Piero

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giovedì 24 Giugno 2021

C’era una volta un piccolo Paese fatto di cartapesta. Gli abitanti però non erano personaggi di fantasia, ma uomini e donne reali, ed i loro mestieri parte integrante della vita di Sant’Agata. C’era il falegname stipettaio, il barbiere, il sarto e il calzolaio. C’era poi il canestraio e il fabbro ferraio.  Un piccolo paese in miniatura frutto dell’ingegno di Faliero Lepri, meglio conosciuto a tutti come Leprino. Nato a Sant’Agata nel 1921 da una famiglia di commercianti di carbone, Leprino, fin da bambino, sviluppa una straordinaria curiosità verso il mondo che lo circonda. Osserva e memorizza ogni gesto degli artigiani del paese, cibandosi del loro saper fare. La vera bellezza è che da più  grande, prova a riprodurre tutti i personaggi conosciuti da bambino. “Osservavo il mondo, come se mi avessero detto che da grande l’avrei dovuto raccontare – diceva Leprino – Avrei potuto scrivere un libro, ma non sapevo scrivere bene. Allora l’ho fatto quel mondo, l’ho costruito!”. Dopo la guerra apre una bottega di generi alimentari, ed ogni Natale inizia ad esporre in vetrina le sue creazioni animate per richiamare l’attenzione dei clienti.  Nel 1989 l’esposizione viene trasferita nella struttura che tutt’oggi la ospita, nel centro polivalente di Sant’Agata, denominata “Museo di vita artigiana e contadina di Leprino”. Perché Leprino nella sua Mostra racconta la Sant’Agata degli anni ’20, quella prima della guerra.  Una passione diventata lavoro, che ha unito insieme manualità e curiosità, e che ha accresciuto l’entusiasmo di Leprino fino al 2016, anno in cui se n’è andato. Oggi la sua immensa eredità artistico-culturale è passata alle figlie, diventate custodi della storia e della memoria di un intero Paese. Per non perdere l’essenza della sua testimonianza, la figlia Rosetta ci ha raccontato di quando per un’intera estate lo portava all’interno del Museo, lo faceva sedere e con un registratore memorizzava racconti e aneddoti su ogni personaggio realizzato dal padre. “C’ho messo due mesi per trascrivere tutto, ma ne è valsa la pena, perché adesso la sua testimonianza è tutta qui”.  “Leprino” rassicura Rosetta, “non se n’è andato davvero, la sua vita è ancora qui”.
Francesca Parrini

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