Pontassieve, la città che legge e la filiera della qualità
La cultura è al centro dei progetti di questo Comune, tanto che l’ex istituto professionale Chini, è ormai pronto a diventare un polo educativo. E nella zona industriale si punta sulla formazione professionale.
Passeggiando nel borgo, dalla porta aretina fino allo splendido ponte mediceo, sembra di fare un tuffo del Rinascimento, quando botteghe, antichi mestieri e cavalieri davano vita a un centro vitale per la Signoria Fiorentina. Pontassieve, nel territorio della Città metropolitana di Firenze, però non è solo storia. Durante il lockdown è stata eletta come “città che legge”, un riconoscimento nazionale attribuito dal Centro per il libro, che individua e sostiene l’impegno ad attuare politiche di promozione della lettura sul proprio territorio, riconoscendola come fattore di crescita culturale. La cultura infatti è al centro dei progetti di questo Comune, tanto che l’ex istituto professionale Chino Chini, è ormai pronto a diventare un polo educativo, con arte e musica al centro di tutto.
Le colline, e quindi vigneti e oliveti, sono la base dell’economia di Pontassieve, che allo stesso tempo, però, può contare anche su una zona industriale di eccellenza, che punta sulla qualità per uscire dalla crisi dovuta alla pandemia.
Leonardo Bardazzi
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