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Piccoli musei, il Museo Bandini a Fiesole

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mercoledì 11 Novembre 2020

Il canonico Angelo Maria Bandini era il tipico intellettuale di fine Settecento. Erudito, curioso, fu il bibliotecario per quarant’anni alla Laurenziana di Firenze. Appassionato collezionista d’arte, nel 1803 lasciò tutto al vescovo di Fiesole e al capitolo della cattedrale, con la speranza di contribuire all’istruzione del popolo fiesolano. Oggi quella collezione costituisce il nucleo più importante del Museo Bandini a Fiesole. Nel Museo ci sono alcuni veri e propri capolavori. Fra questi l’Annunciazione di Taddeo Gaddi degli anni 40 del Trecento.
Altro pezzo forte è questo dittico di origine ligure con una Madonna in trono e una  scena di Crocifissione, molto concitata. Senza dubbio una delle opere più suggestive del museo  è la Madonna del parto di Nardo di Cione, nata per la devozione privata e con una resa elegantissima dell’abito della Vergine. Unica opera profana del museo sono le quattro tavole che rappresentano i Trionfi, ispirate al Petrarca: il Trionfo di Amore, di Pudicizia, del Tempo e dell’Eternità. Quadri legati alla cerchia neoplatonica e all’ambiente di Lorenzo il Magnifico. Angelo Maria Bandini fu anche uno dei primi collezionisti delle terrecotte dei Della Robbia. Una sala intera è dedicata alle opere di Andrea, Giovanni e Luca il giovane. E da qualche anno è entrata nel museo anche questa delicata terracotta attribuita al Brunelleschi. Il Bandini è adesso anche un museo tecnologico, che offre ai visitatori una app per la realtà aumentata. Si punta il cellulare verso un’opera e sullo schermo del telefonino appaiono informazioni e immagini aggiuntive. Si possono ad esempio vedere le opere nel loro contesto originario.
Damiano Fedeli

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