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Come eri vestita prima di essere violentata? La mostra a Empoli nell’ambito di “Donne al centro”

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sabato 5 Novembre 2022

“Donne al centro, eventi di ogni genere”: la due giorni empolese organizzata per discutere della questione femminile a tutto tondo.

Come era vestita, proprio quella sera, una donna vittima di violenza? Se vi aspettate, come da stereotipo, top e minigonna, vi sbagliate di grosso. Maglioni a collo alto, abito da sposa, camicia e gonna, jeans, tuta scura. L’allestimento, molto toccante, rientra nella due giorni “Donne al centro, eventi di ogni genere”, organizzata a Empoli il 4 e 5 novembre per parlare del tema femminile a tutto tondo: dall’imprenditoria all’arte, dalla medicina di genere all’intercultura, dal lavoro alla violenza. Con amministratori e amministratrici, rappresentanti dei diversi ambiti di interesse e testimonianze femminili diverse. Location, il Cenacolo degli Agostiniani. La prima tavola rotonda ha riguardato il linguaggio di genere, a partire da “Ciò che non si dice non esiste. Il linguaggio e la comunicazione che formano la realtà”, tema attuale anche a seguito della decisione di Giorgia Meloni di farsi chiama Il presidente del Consiglio, anziché La presidente, evitando cioè anche di declinare il solo articolo determinativo al femminile. Altri panel dedicati a “Il lavoro delle donne cambia la società e le imprese. L’occupazione femminile, tra discriminazioni e buone pratiche”, e ancora “Quale salute”, La medicina di genere nella riforma della sanità territoriale, Salute e medicina di genere da 0 a 100 anni, I consultori: la salute sessuale e riproduttiva della donna e il percorso per la 194. Esperienze a confronto, “Diritti negati…persi…difesi…ritrovati e riconquistati. Sguardi di donne nel mondo sul mondo”, “Spunti di riflessione sul libero Essere delle donne nell’Italia di oggi”.
Una due giorni organizzata non a caso nel mese segnato anche dalla Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne. Per ricordare che sul tema di genere c’è ancora molto da fare e da capire.

Agnese Fedeli

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